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Diva, particolare, acquarello di Daniela Lorusso |
Sedurre
significa condurre a sé, attrarre l’attenzione di qualcuno sulla
nostra persona. Nel campo dell’amore la seduzione è parte
integrante di un gioco al quale è bello partecipare, ma anche in
questo caso le dovute cautele nonché una certa competenza ci possono
aiutare a non lasciarci inghiottire da una seduzione ingannatrice.
La
seduzione femminile è un’arte della conquista che si manifesta in
quattro grandi gruppi: sedurre per attrarre l’innamorato, sedurre
per desiderio sessuale, sedurre per divertimento e sedurre per scopi
venali.
La
seduzione parte dalla vista, l’amore stesso è visione del bello
come ci ha insegnato Platone e ogni qualvolta contempliamo la
bellezza, che non è pura e sola perfezione estetica, ma va oltre
l’immagine per giungere all’anima, noi entriamo nel territorio di
Eros. La stessa forza dello sguardo la si trova nella poesia
medioevale dove la donna-angelo ha un potere seduttivo generato dallo
sguardo. Se gli occhi sono la prima grande fonte della seduzione, il
resto del corpo non è da meno. Lo è con le movenze, con
l’accavallare con maestria le gambe protendendo la caviglia
lasciandola in bella mostra e lo è con movimenti sinuosi delle mani
durante la conversazione.
La
seduzione legata all’amore è la più completa nel suo porsi uno
scopo alto, quello di essere amate da chi si ama. Il mostrare il
corpo erotico anche con un abito sapientemente provocante è solo un
aspetto, perché le donne che amano sanno attrarre l’uomo con un
mix di candore ed erotismo: la seduzione è infatti un insieme di
corpo e mente teso e proteso verso il proprio uomo.
Ci
sono donne che seducono per puro divertimento come la Mirandolina di
Goldoni, una giovane cameriera capace di far capitolare il cavaliere
di Ripafratta dedito al celibato con estrema convinzione, ma una
volta ottenuta la vittoria lei, signora e padrona della conquista,
abbandona il campo e sposa il cameriere Fabrizio. Goldoni nella
prefazione della commedia mette in guardia gli uomini dalle illusioni
e dagli amari tranelli che le donne sanno, con somma astuzia,
architettare. Le donne sono artiste della seduzione perché dalla
notte dei tempi pensano e progettano la conquista di un lui.
La
seduzione legata ad ottenere qualcosa in cambio, soprattutto se si
tratta di vile denaro, è un voler attrarre legato alla
mercificazione di sé e per questo sembra basarsi solo
sull’esposizione del corpo impreziosito da un abbigliamento
eccitante per il maschio, in realtà anche in questa forma di
seduzione entrano in gioco altre componenti. Per attrarre un uomo, la
donna abile seduttrice studia il suo interlocutore sessuale cercando
di scoprirne i gusti, i punti deboli e sensibili per riuscire nel suo
intento. L’emblema di una simile donna fu Cleopatra, narcisista
ed astuta, utilizzava il suo sex appeal per ottenere dagli
uomini ciò che voleva. La regina d’Egitto pare non fosse neppure
così bella come l’abbiamo conosciuta attraverso il volto di Liz
Taylor, ma sapeva sedurre conquistando, tra gli altri, Cesare e
Antonio. La differenza fondamentale con la donna innamorata sta nel
fatto che quest’ultima non programma nulla, ma agisce spinta da una
creatività spontanea nata dal sentimento provato per l’uomo:
fargli piacere e condurlo a sé è un movimento reciproco non
finalizzato e tanto meno egoistico. L’amore accompagna a ricercare
il piacere dell’altro che diventa piacere di sé in un continuo
scambio di ruoli.
Se
l’intento del sedurre è dettato solo dal desiderio sessuale, dove
la componente sentimentale è assente, l’erotismo è concentrato
più sul corpo e la sua capacità di eccitare il partner. Una
rappresentante storica di questo profilo di seduttrice femminile fu
Messalina, imperatrice e moglie dell’imperatore Claudio. Di lei si
narra che si prostituisse in un bordello, chissà, forse, solo per
placare il suo appetito sessuale.
La
differenza fondamentale tra chi seduce l’uomo che ama e quello che
vuole solo portare a letto è l’amore, entità magica capace di
trasformare anche la donna più morigerata in seduttrice esperta
perché quando c’è l’amore ogni gesto diventa gioco innocente e
pulito.
Maria Giovanna Farina