domenica 15 dicembre 2013

Non rinunciamo all'amore





Mi è giunta una lettera interessante sul tema dell'amore da parte di un uomo di 60 anni uscito con le ossa rotte, come lui afferma, dall'ultima storia d'amore ma forse da tutte quelle della sua vita. Per ovvi motivi di privacy riporto solo un brano che può interessare i lettori di questo blog. Segue la mia risposta riflessione sull'argomento propostomi.
...Ho avuto una vita piuttosto movimentata e mi sono più volte innamorato o, per meglio dire, ho pensato più volte di innamorarmi. L'INNAMORAMENTO, quel periodo-stato a cui fai accenno nel tuo sito e per il quale ho attraversato la vita come se fosse quasi l'unico scopo. A 60 anni penso di poter tirare i remi in barca, almeno da questo punto di vista, anche se ho già fatto questa riflessione allo scoccare dei 40  e dei 50 anni.

Caro amico, leggendo la tua lettera ho fatto l'immediata associazione ad un noto romanzo del passato: La coscienza di Zeno di Italo Svevo. Zeno Cosini, interprete del racconto, voleva smettere di fumare e per cercare di mantenere il suo proposito scriveva sempre U.S. Ultima sigaretta. Non voglio essere riduttiva, ma le tue storie d'amore sembrano qualcosa da cui doversi liberare quasi fossero una dipendenza e il proposito di chiudere ad ogni decennio me lo hanno fatto pensare. Forse sta in questa presunta dipendenza l'impossibilità di uscirne vittoriosi. Quando l'amore non è forza vitale, rigenerante balsamo, può diventare una sostanza che ci tiene legati all'oggetto della nostra passione solo perché ne abbiamo bisogno. Il bisogno rende prigionieri e per questo arriva il momento in cui possiamo decidere che è meglio chiudere il nostro cuore. La dipendenza non si risolve con l'abbandono del progetto amore, bensì armandosi di coraggio e pazienza si può percorrere a piccoli passi quotidiani il percorso di crescita. Sappiamo quanto la dipendenza rimandi alla condizioni infantile, e alcuni incontri possano rievocarla se non la si è risolta. Iniziamo allora a scavare nel nostro modo di amare per comprenderne il senso. Lo so, starete pensando che non è romantico, ma è inevitabile se si vuole capire e pian piano andare oltre.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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domenica 17 novembre 2013

Fiorella Mannoia omaggia Lucio Dalla

A te



A te, ultimo lavoro discografico di Fiorella Mannoia, è un tributo a Lucio Dalla scomparso due anni fa. Fiorella ha fatto rivivere Lucio Dalla aggiungendo grazia ed eleganza insieme femminile e poetica. Quel femminile che esiste in ognuno di noi, al di là se siamo maschi o femmine, è una parte di sé da preservare e mettere in gioco con gli altri, quelli che ci vivono intorno. Noi umani, non dimentichiamolo, siamo esseri-nel-mondo e come tali non possiamo rinunciare all’incontro. Nella video intervista che metto di seguito, la Mannoia parla della grande generosità con cui Lucio si rivolgeva alle persone, ai suoi concittadini, senza fuggire di fronte agli ammiratori. Senza diventare un divo, ma rimanendo il poeta di sempre. L’omaggio a Lucio Dalla, sottolinea Fiorella, è anche un grande stimolo per la produzione artistica che deve rinnovarsi. Collaborando con altri, lei ha creato qualcosa di nuovo, al contrario di alcuni suoi colleghi non si è chiusa nella propria individualità. Questo tributo a Dalla consente l’ascolto di una Mannoia fin ad ora sconosciuta. Una dolcezza, un’eleganza nella voce e nell'esecuzione, intense più che mai, sanno scendere in fondo all’anima, toccando le corde più sottili. Sublime l’interpretazione de La casa in riva al mare. Nel blog dell’amore questo disco rappresenta l’incontro, l’erotismo, la sensualità e l’amore: stati del mondo importanti per una migliore convivenza.


La cantante non porterà in tour il disco dedicato a Dalla per non far perdere il valore sentimentale del suo omaggio al grande cantante bolognese: unica tappa all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 23 dicembre. La cantante sarà accompagnata dall’orchestra di 30 elementi che ha già lavorato con lei all’album, l’Orchestra Sesto Armonico, con i direttori Beppe Vessicchio, Pippo Caruso, Stefano Zavattoni, Marcello Sirignano e Paolo Buonvino. La Mannoia sarà anche accompagnata dalla band ormai storica formata da  Carlo Di Francesco  alle percussioni, Davide Aru alla chitarra, Fabio Valdemarin al pianoforte, Luca Visigalli al basso e Diego Corradin alla batteria.

I brani del CD:

1. Stella di mare
2. Se io fossi un angelo
3. Chissà se lo sai
4. La casa in riva al mare
5. Anna e Marco
6. Milano
7. Caruso
8. La sera dei miracoli (feat. Alessandra Amoroso)
9. Cara
10. Felicità (feat. Ron)
11. Sulla rotta di Cristoforo Colombo



Intervista video in cui la Mannoia racconta del disco e del suo rapporto con Lucio Dalla.



Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it


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domenica 10 novembre 2013

Esiste un uomo per tutte le stagioni?

Amare lontani dai “luoghi comuni”




Una domanda che sembra presentare il partner come un oggetto di consumo e non una persona d’amare. In realtà si tratta di una frase che rimanda ad una considerazione fattami da Riccardo, un lettore del blog, rammaricato, direi deluso e amareggiato, per essere stato messo da parte dalla compagna più giovane. “Ora lei vuole un ragazzo ed io sono come immondizia”, un’amara presa di coscienza, estrema e senza possibilità di replica. La mia risposta sarà altrettanto senza mezzi termini: sì, per certi versi esiste un uomo per tutte le stagioni. Uno per l’adolescenza, uno per la giovinezza ed uno per la maturità. Nell’adolescenza è adatto, molto spesso, un ragazzo tenero e gentile, da giovani uno che sa capirti e nella maturità uno che sappia farti sentire sempre desiderabile come da giovane. Sono stata schematica perché il punto dove voglio arrivare è rispondere al nostro lettore dicendo che gli umani non sono tutti uguali, così le donne e le relazioni. Forse, semplicemente, la storia d’amore di Riccardo doveva concludersi perché non c’era più nulla che la sostenesse: non è detto si tratti della ricerca da parte della sua compagna di un uomo più prestante ed eccitante. Da filosofa non accetto le idee preconfezionate. È bene quindi analizzare la propria relazione con calma e senza farsi influenzare da dicerie. Fa male ammettere sconfitte, tradimenti e abbandoni ma non credo si possa risolvere il dolore affidandosi alle “stagioni”. L’amore non sempre dura tutta la vita, questa è una possibilità da non dimenticare per evitare cocenti delusioni soprattutto quando la donna amata è molto più giovane.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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domenica 3 novembre 2013

Amore e ricerca di noi

Il “destino” dell’amore

immagini tratta da paroledelcuore.com

L’amore è una forza cosmica, questo lo sappiamo già. Non ci possiamo e (vogliamo?) sottrarre alla sua potenza perché l’amore è la vita stessa. Ho ricevuto tra i commenti una poesia molto particolare e ve la voglio proporre. Parla del senso dell’amore, della sua natura, della sua ciclicità



Sull’amore ed altre sponde Di Alma Passarelli Pula
Ho camminato sul pelo d’acqua sfidando la forza di gravità
che avvicina gli opposti lasciare uno spazio
uno spazio profondo che sia lastra e protegga
le giovani incerte Lumache sul fare della notte
ingigantiscono le stelle gli parlo e si svelano i segreti del tempo
Non c’è silenzio nello sfioramento quell’attimo urlo
in cui si assottigliano gli esseri penetrando vita
Accade che la postina scavi le porte coltivare lettere circolari
in ceralacca rossa messaggi criptati degli amanti
La pasticcera screma le torte denudare sensi far vibrare le corde del sesso
Dalla finestra guardiamo i baci delle tarantole e gli accostamenti degli scorpioni
Uomo e donna e essere con essere Amore in amore eros in eros erosioni lave
Per poi tornare allo stato nudo
La terra ha un sotto e un sopra prosegue sconfina
E noi lì elastici senza fine ci tendiamo vero altre sponde
Verso altro amore.


Come sempre non amo commentare le poesie e non lo farò nemmeno ora. Il destino dell’amore non è un “già scritto percorso”, ma è anche una inevitabile ri-cerca di noi. Solo mettendoci in cammino verso l’amore possiamo infine trovarci. O ri-trovarci.


Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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mercoledì 30 ottobre 2013

Ci pensa Rocco

Ci pensa Rocco, il nuovo reality di Cielo




Martedì 29 ottobre 2013 ho avuto il piacere di moderare la conferenza stampa per conto del Canale di Sky Cielo. Un momento di interazione leggera e ironica per presentare il nuovo reality del canale Ci pensa Rocco, in onda a partire dal 5 novembre ore 23 su Cielo. Avete capito di chi sto parlando? Proprio di lui, di Rocco Siffredi uno degli attori più famosi dell’hard. Già, ma qui veste i panni dell’esperto, del ri-educatore delle coppie in crisi. È un programma leggero, ironico, intelligente dove il noto attore nelle 12 puntate del programma aiuterà le coppie in crisi, coppie in cui il desiderio erotico si è sgretolato. Il programma parla di erotismo ma non è erotico, Siffredi aiuta le coppie a ri-trovare il desiderio dei primi tempi utilizzando varie strategie, tra cui il gioco e l’atto eroico. Ma non solo questo. Tra lui e la coppia si instaura un rapporto di fiducia, lo vedono come un guru dell’erotismo e si affidano ai sui suggerimenti con fiducia. Invito alla visione i giovani per capire cosa significa vivere in coppia, è utile naturalmente a tutte le coppie con qualche difficoltà per cercare il confronto, ma anche come spunto di riflessione utile per iniziare il cammino verso un rinnovamento dell’eros, senza il quale la vita di coppia non può sopravvivere. Allora, appuntamento al 5 novembre con la prima puntata!
Erano presenti alla conferenza il professor Renato Mannheimer che ha presentato uno suo studio sulla crisi di coppia e il calo del desiderio: i risultati sono sorprendenti per l’alta percentuale delle coppie in crisi: ben il 53% del campione. Ha aperto l'incontro la responsabile del marketing Francesca Giuliani e la direttrice di Cielo Antonella D’Errico. Tutto è proseguito con gli interventi di Nils Hartman – Direttore delle produzioni originali SKY Italia e Lorenzo Torraca – CEO di Verve Media Company.
Naturalmente non poteva mancare Rocco Siffredi che ci ha raccontato questa sua nuova esperienza per lui divertente e coinvolgente.


 Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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Immagini by Gina Di Dato, fotografa delle emozioni
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Durante la conferenza stampa con Mannaheimer e i dirigenti di Sky

con Antonella D'Errico direttrice di Cielo

domenica 27 ottobre 2013

Ti amo o non ti amo?

Ti amo non vuol dire “per sempre”


Immagine tratta da millerighe.wordpress


Ti amo: parole scontate? Vuoto luogo comune? O sincera dichiarazione dei sentimenti? Bisognerebbe essere più coscienti prima di pronunciare queste fatidiche due parole così impegnative. Se a questa espressione diamo l’importanza che ha, se il suo significato ci è chiaro, se abbiamo compreso che vuol dire: Io, proprio io, amo te, proprio te e un uno altro/a. Allora ci si penserebbe molto bene prima di impegnarci davvero. Ti amo non prevede il per sempre, ma pretende che non ci sia leggerezza né menzogna perché se qualcuno dice di amarci vuol dire che per lui o per lei siamo la persona migliore, quella con cui vuole trascorrere il suo tempo, con la quale vuole fare l’amore in forma esclusiva. Chi ama non desidera nessun altro all’infuori dell’oggetto amato, anche chi subisce il fascino di altri, resta fedele al suo amore. Altrimenti non è quell’amore per cui dire Ti amo. Tutto questo discorso credo sia utile per mettere l’accento sul fatto che dire Ti amo senza essere innamorati spesso è comodo per accontentare l’altro che si aspetta l’amore, per tenerlo unito a sé, ma rende maggiormente dolorosa l’eventuale separazione: l’altro abbiamo illuso. Un finto Ti amo rende falsa la relazione, impedisce che si realizzi un’esperienza utile di amore di coppia portando anche chi lo pronuncia falsamente a dis-conoscere se stesso, a vivere un falso Sé. Per concludere: chi finge in amore fa male non solo all’altro ma anche a se stesso. Allora impariamo a dare peso alle nostre emozioni, ad essere chiari nel nostri sentimenti, così da vivere una vita più autentica: impariamo ad ammettere, se così è, che non abbiamo voglia di impegnarci, non ce nulla di male.

 Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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domenica 20 ottobre 2013

Odio e amore

L'odio è l'opposto dell'amore?

immagine tratta www.blog-msn.it



L'odio è l'opposto dell'amore? A quanto si dice pare proprio di sì. L'odio è un sentimento grande, potente, che ci pervade, quando ne siamo colpiti proviamo forti emozioni e non riusciamo a pensare ad altro che all'oggetto del nostro odio. Ci vergogniamo ad ammettere questo sentimento, Gianna me lo ha scritto in privato, ma desidero condividere con vuoi la riflessione. Odiamo profondamente chi ci ha traditi, chi ci ha fatto credere, giocando con la nostra anima rapita dall'amore, di essere innamorato/a di noi mentre in pochi minuti ha mandato a monte ogni proposito, con un soffio di vento il suo amore si è posato su un altro fiore. Se qualcuno ci illude e distrugge tutto ciò che aveva promesso senza pensarci due volte, provoca in noi reazioni potenti e l'odio entra in scena per occupare il posto di tutto l'amore che nutrivamo. Ora quell'essere per noi unico è divenuto il nostro dolore. L'amore si è trasformato in odio e, finché non si sarà dissolto, noi saremo in uno stato di sofferenza sia per la disillusione sia perché odiare fa male al corpo. Fa bene, al contrario, sfogare il disappunto, il nostro risentimento e la rabbia con tutte le parole del vocabolario, anche quello più volgare: per purificarci, per impedire che il male subito si trasformi in malattia. Allora l'odio pian piano svanirà e il nostro ex amore diventerà una persona qualunque. Lo diventerà se nel nostro percorso di liberazione non avremo omesso di sfogarci, a quel punto l'odio non troverà più terreno fertile su cui proliferare.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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domenica 15 settembre 2013

Ho sbagliato!

Sai ammettere i tuoi errori?

immagine tratta da Deabiday,tv


Ammettere i propri errori, quanti di noi lo sanno fare? Eppure questo passaggio è fondamentale nella vita di coppia. Ci sono casi in cui purtroppo la storia d'amore si consuma a causa di un errore, quello di rimanere ognuno nelle proprie convinzioni, ognuno sicuro di avere subito un torto dall'altro: ci intestardiamo senza andare a fondo per osservare che, forse, anche noi abbiamo una parte in causa. Mettiamo da parte gli stereotipi, dimentichiamo alcune frasi come “Gli uomini sono tutti uguali o le donne vogliono avere sempre ragione”. Siamo qui con il partner ed anche se avesse delle similitudini con altri, non è gli altri o le altre, ma solo la persona che amiamo. Per ammettere i nostri errori bisogna fare un passo in più, dobbiamo trovare nel nostro profondo una dote indispensabile: l'umiltà. Essa ci permette di dire all'altro: “Ho sbagliato”. La reciprocità di questa ammissione dà il via ad un nuovo corso della storia, possiamo insieme liberarci dalle ruggini, dai bocconi amari ingoiati e scoprire insieme se ancora ci amiamo. Credo ne valga la pena mettere in atto un iter apparentemente laborioso e difficile se il risultato sarà il rinnovamento del nostro amore. Esso ci porterà gratificazione, gioia, rinnovata voglia di vivere. Non mi sembra poco!
Non vi dirò chi dei due deve fare il primo passo, sarà facilitato chi è dotato di maggiore umiltà. Se volete mettere in discussione, lavorare per ricostruire e riuscire nell'impresa non fermatevi a pensare: “Vediamo se lo farà lui o se lo farà lei?”. Fatelo e basta.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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domenica 8 settembre 2013

Solitudine e vita di coppia

Meglio soli o ...




“Coltivare la solitudine, fin dalla giovane età: questo sarebbe un bellissimo esercizio filosofico ed emotivo”. Così afferma Lucilla una lettrice del blog. Questa considerazione mi ha fatto riflettere sul senso della solitudine e al contempo sulla nostra capacità di stare in coppia. Dobbiamo accontentarci di un amore qualsiasi? No, questo ci conduce ad una solitudine interiore, prima ancora che reale, difficile da gestire. Accettare un amore qualsiasi col timore di non trovare di meglio, per paura di rimanere soli, convinti di non essere in gado di cercare il più soddisfacente…sono tutti comportamenti che remano contro una vita gratificante. Meglio rischiare, ferirci per capire i nostri errori, per comprendere che la persona che abbiamo amato non era adatta a noi, meglio provare il dolore, superarlo per poi ri-nascere, che vivere nell'apatia  Che vivere in uno stato di finto equilibrio sperando di essere al riparo dalle delusioni. Le delusioni ci rincorreranno ugualmente e saranno delusioni per il nostro essere frenati dalla paura piuttosto che dolenti per colpa di un partner che non ci ha amato. Allora sì, è meglio imparare a vivere soli, impararlo fin da piccoli per non cercare l’altro solo per riempire i nostri vuoti, per non usarlo come narcotico delle nostre paure. L’altro dovrà essere il meglio per noi e allora, chi sa vivere solo, possiede qualche chance per stare bene in due. Vivere bene soli significa imparare a stare bene con se stessi, ad essere felici per piccole cose quotidiane senza dipendere da qualcuno: la nostra vita non può diventare un’altalena che va su e giù seguendo l’umore di qualcun altro. Forse questo obiettivo è difficile per molti, per quelli che solo con un partner si sentono completi, socialmente accettabili, a loro dico: impara a vivere bene in solitudine, questo ti salverà preparandoti a vivere bene con l’altro.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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lunedì 2 settembre 2013

La ferita del tradimento

Tradimento: Perché anche se mi sono liberata di lui ora soffro così tanto?


Immagine tratta da www.wwtu.it

Come si può reagire al tradimento del partner quando il rapporto non può continuare: “Perché anche se mi sono liberata di lui ora soffro così tanto?” Questa è una domanda molto comune alla quale si fatica a trovare una risposta. La ferita del tradimento a volte è per noi insanabile e sappiamo di non essere in grado di perdonare il nostro partner per cui decidiamo di lasciarlo. Spesso fin qui tutto, o quasi, accade sull’onda dell’emotività, siamo preda della rabbia e agiamo senza molta consapevolezza. Anche separazioni come queste creano però una buona dose di sofferenza e spesso ci si chiede il perché ciò procuri tanto dolore. In realtà ci aspetteremmo che, dopo il senso di liberazione iniziale, prendesse posto nella nostra anima ferita la quiete e la soddisfazione per aver fatto quella che ritenevamo essere l’unica scelta possibile. Ma la sofferenza sembra non averci abbandonato e ciò perché non abbiamo fatto i conti con quello che abbiamo perduto che non è solo il traditore. Durante la fase costruttiva del nostro legame era nata una nuova parte di noi, il noi-come-coppia, che sanciva l’unione e ne dava una valenza reale. Dal quel momento il noi-come-coppia ha iniziato a sperimentare non solo la vita tra due, ma è cresciuto anche nella relazione con il mondo, è cresciuto grazie a tutte le relazioni che noi, in due, abbiamo instaurato con gli altri. Ora questo noi si è spezzato, è dovuto soccombere a causa della fine dell’unione e una parte di noi stessi è scomparsa con esso. È come se avessimo perduto qualcuno che ci era caro e la sofferenza non è che il segnale della perdita. Non ci resta quindi che operare concretamente su questa perdita.
Ci sono dei passi fondamentali da compiere:
1.     La perdita è avvenuta, non continuiamo a ragionare come se il partner facesse parte ancora della nostra vita
2.     Una parte di noi se ne è andata, non continuiamo a rievocarla con nostalgia
3.    Cerchiamo qualcosa di nuovo su cui riporre le nostre energie, è un modo per credere ancora nelle nostre risorse
A questo punto possiamo ri-considerare almeno mentalmente la possibilità di impegnarci in un nuovo amore e da questo punto siamo pronti, forse, per un nuovo amore, ma ricordiamo che il nuovo noi che nascerà non dovrà annientare la nostra individualità.
Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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giovedì 15 agosto 2013

Arrivederci a settembre!



Il blog dell'amore torna a settembre con le risposte di Maria Giovanna Farina ai vostri quesiti. Potete spedire le vostre mail a mg.farina2@alice.it
A presto!


lunedì 22 luglio 2013

Cos’è l’amore

Risposta ai vostri commenti




Grazie per tutti i vostri commenti interessanti e ricchi di riflessione. Parto da Giusy e dal suo indirizzarci alla ri-educazione all’amore: è proprio quello che si propone il blog! Abbiamo bisogno di comprendere cosa sia l’amore perché in parte, forse, ce lo siamo scordato, esso è libertà di espressione, libertà condivisa come dice Paola e sottolinea Paolo. Il grande amore quello di tutta una vita, è una scelta consapevole e condivisa ogni giorno afferma Zenone. Iris sostiene che l’amore sia sempre una gabbia. Così Silvia e Lucia parlano di libertà. Siamo tutti d’accordo che l’amore sia libertà, non riusciamo a concepirlo come gabbia per via della sua natura dedita al “volo”. Ricordiamo che Amore (Eros) è un semidio, così lo descrive Platone nel Simposio per bocca di Diotima di Mantinea, che non è mai pago: vive di espedienti, dorme ovunque anche per terra ed è sempre alla ricerca della propria parte mancante. L’altro che lo completa. Una descrizione metaforica che dice tutto sull’origine dell’Amore. L’amore sa rendere migliore la nostra vita? Sì, a patto di sapere cosa stiamo cercando. Ognuno può scegliere la vita che preferisce, se vivere amori passeggeri, occasionali o di puro incontro sessuale, ma se vogliamo il grande amore entriamo in un altro ambito. Allora dobbiamo impegnarci a cercarlo, a riconoscerlo, a catturarlo, a custodirlo, ad alimentarlo e a farlo vivere il più a lungo possibile: un bell’impegno! Per questo un po’ provocatoriamente ho ipotizzato potesse essere anche una gabbia: l’amore è un faticoso impegno e se lo si vuole si deve essere consapevoli della cura che ci attende. D’altro canto in cambio sa darci sensazioni, sentimenti, una nuova Weltanschauung, una nuova visione del mondo che noi stessi con il/la nostra partner possiamo plasmare. Con il vero amore perdiamo lo status dei “comuni mortali” per elevarci al sublime e, finché ameremo così intensamente, non ci sarà spazio per nessun altro affetto passeggero, fuggevole, evanescente. Il nostro essere sarà solo per quell’amore che ci ha catturati.

Maria Giovanna Farina  www.mariagiovannafarina.it  © Riproduzione vietata



Weltanschauung, poesia ispirata all'articolo, di Silvia Calzolari


Frodi di niente
a maturo vuoto
di chiaronulla
ri-fiutano tormento
snaturato come agguato
a braccia di semidio
impalpabile insinuante.
Cosca gabbiafiorita
lucida a fulgida natura
confusa mancante
libera d'essere in essere.
?Cosa cerca?
immobile spaurito
pregno di dolore scalzato
se non sola(re) spinta
vaga a debordante luce…
Nuovo mondo dipinto
cura colori senza risposta 
come sfera sdoppiata
rossa di fortecarne fragile
a sorriso d'azzurri
ri-succhia-nti
d'im-mortalelevazione
…come fosse infinito.

Silvia Calzolari

domenica 14 luglio 2013

Libertà o gabbia?

Fa bene il grande amore? O è una gabbia?


“Ma siamo sicuri che il grande amore che dura possa essere la cosa migliore? È per forza un bene per noi?” Mi chiede G. (non vuole essere identificata). Non siamo sicuri di nulla a questo mondo! La cosa importante è posta nella domanda, dobbiamo capire se è un bene per noi. Per far ciò è necessario partire da due aspetti importanti:
primo - l'amore è impegnativo specialmente se si manifesta come qualcosa di forte che travolge
secondo - è molto bello e molto difficile allo stesso tempo.
Il lato negativo più evidente è quello di farci sentire in prigione, in una situazione in cui non possiamo uscire se non perdendo la passione che stiamo vivendo; ogni cosa, anche la più bella, ha il suo lato negativo. 
Il grande amore ci tiene legati e ciò può non piacere a tutti, allo stesso tempo quando ne siamo coinvolti non vorremmo essere uniti se non a quella persona. 
Questa riflessione mi ha fatto venire in mente un bellissimo romanzo che vi suggerisco: La lettera d'amore, Cathleen Schine, Adelphi 1996
Siamo in una classica cittadina di provincia sulla costa atlantica degli Stati Uniti, Helen, un’affascinante cinquantenne divorziata, crea una delle più accoglienti librerie che si possano immaginare. Helen è una donna carismatica che tutti gli uomini la sognano. Un giorno trova una lettera d’amore tra la sua corrispondenza. Si tratta di un semplice foglietto piegato in malo modo senza busta e firmato con uno pseudonimo. Sembra una lettera comune ma la colpisce fino all’ossessione e da lì inizia a supporre chi possa averla scritta e a chi sia ispirata. La libraia apparentemente non cerca più l’amore, ma non disdegna incontri galanti con i clienti della libreria a patto che non si trasformino in relazioni vere e proprie. Finché un giorno…tutto cambierà. Una piacevole lettura che può dare spunti di riflessione sia ai maschi che alle femmine, riflessione sull'amore e i rapporti di coppia utile per capire che cosa sia meglio per noi: il grande amore o solo l'avventura?


Maria Giovanna Farina  www.mariagiovannafarina.it  © Riproduzione vietata

domenica 7 luglio 2013

Amori e vacanze

Quando l'amore nasce sotto l'ombrellone




Cinzia, una lettrice del blog, mi parla del suo amore con un uomo che dura da cinque anni “contro ogni previsione”: si sono conosciuti al mare ed ora convivono felicemente. È vero, si dice che gli amori nati sotto l'ombrellone siano sempre frivoli, passeggeri e durino il tempo della vacanza. Ciò si può osservare con l'esperienza, durante le vacanze si ha voglia di evasione, di vivere avventure nuove, di conoscere nuovi mondi anche se si tratta solo del nostro vicino o vicina di ombrellone. È bene non rinunciare ai nostri desideri, l'importante è diventarne consapevoli e non aspettarci con certezza che il grande amore sia la persona gentile e seducente incontrata in un periodo dell'anno in cui un po' tutti, anche chi è impegnato, può aver voglia di sfarfalleggiare. Bisogna imparare a distinguere chi cerca solo evasione da chi desidera una relazione seria. Ma non è facile ancor più a causa del contesto vacanziero. Allora che fare? Per prima cosa goderci la vacanza senza porci troppe domande, almeno per questi giorni mettiamo un po' a riposo anche il questionario. Secondo non farsi troppo abbagliare dagli incantatori di serpenti. Terzo, una volta conosciuto qualcuno che ci piace non scopriamo subito le nostre carte e viviamo la conoscenza o la storia con leggerezza senza pensare al domani. Alla fine della vacanza, quando ognuno tornerà alle proprie occupazioni, potremo comprendere se c'è amore o è stata solo una piacevole parentesi. Ma se vi capitasse un grande stravolgimento e l'amore dovesse scoccare la freccia non scappate per dar ascolto ai detti popolari: il grande amore può nascere ovunque, anche sotto l'ombrellone!
Maria Giovanna Farina - www.mariagiovannafarina.it  © Riproduzione vietata

per inviare i vostri quesiti e raccontare le vostre esperienze mg.farina2@alice.it

domenica 16 giugno 2013

Sesso e coccole: dialogo con l'altro

Desiderio, impegno, racconto



Nella risposta precedente al problema di Nadia parlo di ritornare alle origini del nostro amore: intendo non dimenticare i primi momenti, quelli più belli e  coinvolgenti. Ci devono essere stati, naturalmente! Ciò serve a testare il polso del nostro amore: siamo ancora capaci di emozionarci? Provare piacere? L’amore di coppia di cui si parla nel nostro blog è l’amore erotico, un’unione in cui il sentimento convive con il desiderio sessuale per l’altro. Sappiamo quanto la passione per il compagno o la compagna sia la molla che ci protende verso. Se è davvero la nostra metà dobbiamo lottare per non perderla e per comprendere se ancora è la nostra parte mancante dobbiamo mettere alla prova i sentimenti. Il ritorno alle origini permette la ri-nascita tipica dell’amore. Nessuno ha la bacchetta magica, il sesso è importante ma non definiamolo componente: in realtà non si può parlare di componenti. L’essere umano è un tutto, non una somma delle parti, per questo amore coinvolge il corpo e la mente di chi ama senza lasciare fuori nulla. Se riusciamo a tornare alle origini nel senso che ho esposto, può emergere un nuovo desiderio per l’altra parte della coppia: sarà questo desiderare a condurci ancora al piacere di stare vicini, coccolarci e allo stesso tempo amarci nel senso più completo. Corpo e anima.
Dobbiamo provarci seguendo semplici mosse:

I - ricordare impegnandoci nel tornare indietro senza timore
II - lasciar emergere le sensazioni più forti
III - raccontare al partner e coinvolgerlo/a


Questi tre passaggi importanti richiedono impegno e desiderio di realizzazione: solo se li affrontiamo in questi termini porteranno buoni risultati.

Maria Giovanna Farina © Riproduzione vietata

lunedì 10 giugno 2013

Più coccole meno sesso?

Prove di dialogo con se stessi: 
primo passo verso la ri-nascita

Come ho annunciato parte da oggi un nuovo corso del blog: spazio ai quesiti dei lettori. Nadia è la prima lettrice a cui rispondo, la tematica da lei proposta mi sembra adatta ad aprire l’argomento “amore e difficoltà relazionali”.



Questo nostro amore così complicato, a volte indifferente, altre stupendo e degno di essere vissuto, talvolta ci crea qualche complicazione più grande delle altre. Quante storie ci passano accanto, sopra, sotto e dentro l’anima senza poter ascoltarle veramente. Per non relegarle o classificarle come “casi”, è bene soffermarsi un attimo di più e leggerle, rileggerle e rileggerle ancora finché non se ne riesca a cogliere l’intima essenza. 
L’esperienza di Nadia quasi cinquantenne, è una tra quelle che mi sono giunte privatamente per chiedere quale fosse la strada più semplice da percorrere per farsi coccolare dal marito: sì, proprio le coccole sono in cima ai desideri di Nadia, il sesso non le manca. Non le risponderò: “È normale dopo anni di matrimonio che gli slanci affettivi diminuiscano”, non posso dare una risposta generica ad una domanda precisa, ma non conoscendo a fondo la storia di questa donna non è possibile neppure dare un suggerimento personalizzato. E poi il suggerimento deve essere utile a tutti.
Sapete qual è l’errore più diffuso che si commette? Ci si dimentica di ciò che siamo stati, si perde del tutto il ricordo dell’origine del nostro amore, di ciò che abbiamo provato all'inizio della storia. Allora iniziamo col fermarci a pensare, qualche minuto al giorno dobbiamo concederlo al nostro amore, e portiamo alla luce l’emozione delle prime volte, il sapore dolce dei primi baci…questo ci può dare una carica utile a generare un movimento nuovo che nuovo non è: è solo quella forza dimenticata. Complice nefasta della dimenticanza: l’abitudine. Al prossimo passo vedremo come proseguire il cammino, per ora c’è molto da riflettere.

Maria Giovanna Farina © Riproduzione vietata


venerdì 7 giugno 2013

L'amore negato



Chi nell'infanzia non è stato amato, o pensa di non esserlo stato, vive spesso nella ricerca continua dell’amore negato. Ciò allontana dalla felicità perché non riusciamo a trovare quello che stiamo cercando. Ma che cosa stiamo cercando? Il calore, l’avvolgimento, la protezione che i genitori ci hanno in qualche modo negato. Anche se è possibile che non ci sia stata veramente una carenza affettiva, ma ciò sia frutto di una nostra errata percezione del comportamento dei genitori, la ferita del non amore esiste e dobbiamo evitare che continui a sanguinare. Chi ha subito una carenza affettiva importante è spesso alla ricerca di un partner che lo ripaghi della mancanza, ma qualora lo trovasse, fatica a godere del suo amore perché il non amato non è mai sazio e pretende dal partner ciò che non ha avuto. Spesso questo individuo ha una bassa considerazione di sé e si convince che non troverà mai qualcuno che lo ami veramente. Cosa fare? Accettare la condizione di non amato non come una sconfitta, ma come un punto di partenza per la propria ri-nascita. Sicuramente la situazione indicata è complessa e non risolvibile con pochi suggerimenti, dobbiamo come sempre però fare un primo passo verso la risoluzione del nostri dolori e possiamo iniziare con questa frase: “Io sono degno d’amore”, ce la dobbiamo ripetere ogni giorno davanti allo specchio per imparare a crederci. Vorrei sottolineare l’importanza del guardarsi allo specchio, noi passiamo la vita ad essere osservati ma non possiamo osservarci in tempo reale. Dobbiamo ri-trovare lo specchio in modo positivo (non per aumentare la nostra vanità) ma come strumento per conoscerci meglio, per guardarci in faccia.

Maria Giovanna Farina (© Riproduzione vietata )

giovedì 6 giugno 2013

Amore e filosofia pratica

Il blog come luogo di interazione


ll blog dell’amore erotico diventa un luogo di interazione filosofica sull'amore, rinnovandosi come la filosofia insegna nella pratica, per dare spazio ai quesiti dei lettori. La prima considerazione sarà pubblicata domani 7 giugno in concomitanza con Siamodonne.it sul tema delle carenze affettive. Qual è il primo passo? Lo scopriremo insieme. Vi aspetto!

martedì 14 maggio 2013

lunedì 13 maggio 2013

"Ho messo le ali" a Roma


Un libro in cui si parla anche di amore...si può trovare l'amore più adatto a noi quando siamo in grado di difenderci dalle prevaricazioni.



Ho messo le ali” vola a Roma...in musica.

Mariella Nava, cantautrice, Cristiana Pegoraro, pianista,

Nicola Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore 

presentano 


Ho messo le ali” il nuovo libro di Maria Giovanna Farina, Rupe Mutevole Edizioni.
Mariella e Cristiana si esibiranno dal vivo. 
Presenta l'evento Federica Ferretti giornalista, scrittrice e direttrice della collana Echi da internet di Rupe Mutevole.

Ingresso libero

Sabato 18 maggio - Ore 18 
SALA GHISU Via Tiburtina 507 ROMA
per leggere l'intero comunicato stampa http://www.mariagiovannafarina.it/appuntamenti.htm