Il ponte delle sirenette, acquarello di Daniela Lorusso |
“Coltivare
la solitudine, fin dalla giovane età: questo sarebbe un bellissimo
esercizio filosofico ed emotivo”. Così mi scrive Lucilla.
Questa
considerazione mi ha fatto riflettere sul senso della solitudine e al
contempo sulla nostra capacità di stare in coppia. Dobbiamo
accontentarci di un amore qualsiasi? Meglio di no, questo accettare
ci condurrebbe ad una solitudine interiore difficile da gestire.
Accettare un amore qualsiasi col timore di non trovare il meglio, per
paura di rimanere soli, convinti di non essere in grado di incontrare
il partner più soddisfacente… sono tutti comportamenti che remano
contro una vita gratificante. Meglio rischiare, ferirci per capire i
nostri errori, per comprendere che la persona che abbiamo amato non
era adatta a noi, meglio provare il dolore, superarlo per poi
ri-nascere, che vivere nell'apatia. Che vivere in uno stato di
finto equilibrio sperando di essere al riparo dalle delusioni.
Le
delusioni ci rincorreranno ugualmente e saranno frustrazioni per il
nostro essere frenati dalla paura, piuttosto che dolenti per colpa di
un partner che ha smesso di amarci. Allora sì, è meglio imparare a
vivere da soli, impararlo fin da piccoli per non cercare l’altro
solo per riempire i nostri vuoti, per non usarlo come narcotico delle
nostre paure. Chi sperimenta la solitudine impara ad essere
autosufficiente e per questo possiede qualche chance in più per
stare bene in due. Vivere bene da soli significa imparare a stare
bene con sé stessi, ad essere felici per piccole situazioni
quotidiane senza dipendere da qualcuno: la nostra vita non può
diventare un’altalena che va su e giù seguendo l’umore di
qualcun altro.
Forse
questo obiettivo è difficile per molti, per quelli che solo in
coppia si sentono completi, socialmente accettabili, a loro dico:
impara a vivere bene in solitudine, ciò ti preparerà a vivere
meglio con l’amore quando lo incontrerai. Libero dal bisogno, sarai
pronto a cambiare e quindi in grado di accogliere Eros.
Maria
Giovanna Farina
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