mercoledì 27 aprile 2022

Amore, sesso e gigolò

 



Il gigolò, figura portata in primo piano dal personaggio interpretato da Richard Gere in American gigolò, è sempre esistito come giovane uomo prestante mantenuto da una donna ricca e matura, spesso sposata, di cui troviamo traccia anche in un'altra pellicola anteriore quale Colazione da Tiffany; il personaggio era interpretato da George Peppard che poi si innamora di Audrey Hepburn. Recentemente ho avuto l'occasione di ascoltare alcune interviste fatte al celebre gigolò Roberto Dolce (in arte Roy), un professionista con le idee molto chiare; ho trovato interessanti le sue parole da certi punti di vista.

Roy si descrive come una sorta di Casanova, un amante capace di catturare l’animo femminile e si comprende come per le donne sole e bisognose di attenzioni diventi facile lasciarsi catturare dal suo stile da esperto seduttore capace di far sentire la donna al centro dell’universo. Antonio Casanova, quello vero, appare come un amante eccezionale esperto nell’arte dell’erotismo, capace di rendersi infinitamente desiderabile e di far capitolare anche le donne più refrattarie. Lui, il gigolò, sa cogliere, si evince dal suo narrare, i punti sensibili di ognuna e su quelli lavora con sagacia finché dona ciò che la donna desidera. Non solo sesso, quello, afferma Roy. è l'ultimo passo: molte donne vogliono essere prese per mano davanti ad un film, altre hanno bisogno di ascolto, altre ancora di far ingelosire un marito distratto: sono donne che in lui trovano chi colma le loro mancanze. Durante le interviste, Dolce sostiene di non essersi mai innamorato, ma di dedicarsi alle sue clienti con grande dedizione per soddisfare ogni loro richiesta. Loro sono le uniche donne con cui si intrattiene dal punto di vista sessuale.

Un interessante studio sul singolare uomo del settecento lo ha fatto lo scrittore ungherese Sàndor Marài nel romanzo “La recita di Bolzano”, una sua versione della vicenda del noto Giacomo che si ferma, come è accaduto storicamente dopo essere uscito dal carcere dei Piombi, a Bolzano per alcuni giorni. Lì, nel racconto di Marài, viene a sapere che risiede l’Unica, Francesca, la sola che abbia amato ed ora è sposata con il conte di Parma. Finalmente sta per incontrare l’Unica: per lei il vecchio istrione veneziano accetterà il più difficile dei ruoli. Il marito di Francesca lo invita a sedurre e poi abbandonare la moglie perché sa che a lui basta una notte per dimenticare e a lei per rimanere delusa. Come scrive Màrai, nessuno meglio di Giacomo sa che “l’Unica rimane tale soltanto finché è ricoperta dai veli misteriosi e dai drappi segreti del desiderio e della nostalgia”. Cosi avviene l’incontro ma la previsione non si realizza, è Casanova lo sconfitto che come per una maledizione mai più si innamorerà.

Nella realtà quotidiana la donna, quando incontra Casanova, vive un’esperienza forte ed appagante perché lui la amerà intensamente anche solo per pochi giorni. Casanova è un libertino “per sempre”, non troverà mai l’unica capace di farlo capitolare. Il nostro gigolò sembra essere una variante dell'antico Casanova con la differenza che il noto amatore veneziano non si faceva pagare perché amava e non stava prestando un servizio.

Ciò che deve essere chiaro è il fatto che l'amore è un sentimento, l'innamoramento è un particolare stato di grazia, è il volo della libertà, è gratuito e non si può ricevere come servizio a pagamento. Lo sa anche Roy, mentre descrive le sue prestazioni e le sue cure, dice di essere un po' medico e un po' psicologo e chissà che non riesca anche a far superare i conflitti, le paure e le solitudini alle sue danarose clienti. Ciò che mancherà alle donne in questione è il piacere di sedurre grazie alle proprie doti e non al portafoglio ricolmo. Non sarebbe meglio andare con un gigolò solo per soddisfare un desiderio sessuale? Per trascorrere, senza farsi illusioni, una serata diversa? Un po' come fanno gli uomini con le squillo, la parità è anche questo, o no? E poi l'amore un giorno, magari, scaglierà la sua freccia.

Maria Giovanna Farina pubblicato anche su Dol's magazine il 26 aprile 2022

mercoledì 9 marzo 2022

Una volta al mese "ti amo"

 

Abbraccio, opera di Paola Giordano

Le app del sesso sono in costante aumento, ne inventano sempre di nuove e più efficienti per venire incontro alle esigenze di chi vive la sessualità solamente digitando un sito sullo smartphone: la tecnologia favorisce chi cerca incontri che non devono avere un seguito, che non portano ad una relazione continuativa, non solo sentimentale ma nemmeno sessuale.

La relazione erotica di un'ora è invece qualcosa di diverso, è una modalità di incontrare ed è presente nelle relazioni sessuali degli esseri umani da tanto tempo, molti anni prima che la tecnologia diventasse così invasiva nelle nostre vite tanto da scandirle e organizzarle.

La relazione erotica di un'ora non è andare con una prostituta con cui vivere un incontro a pagamento per soddisfare senza nessuna implicazione sentimentale il desiderio sessuale.

La relazione erotica di un'ora è avere un rapporto con una persona, ma con cui ci si incontra con cadenza mensile o quindicinale solo per fare sesso, questa è la conditio sine qua non. Poi ci si riveste, si lascia la camera d'albergo e ognuno dei due torna alle proprie vite senza più pensare all'altro, finché non ritorna il giorno stabilito del nuovo incontro. Certamente può apparire un comportamento strano, ma è presente in tutti gli strati sociali e le persone coinvolte non sono prive di una vita sociale, tutt'altro. Sono uomini e donne impegnati nel lavoro e con partner sentimentali, con famiglie e amici, essi non cercano una vera relazione extraconiugale ma un'ora di evasione, però sempre con la stessa persona. Poi non instaurano un dialogo, non si fanno regali, non si telefonano per amoreggiare, non si mandano messaggi al cellulare: fanno solo sesso. Un sesso, secondo i loro racconti, privo di tabù, ma soprattutto adatto a mettere in scena le più recondite fantasie erotiche. In questo modo lo si fa con una persona che non crei problemi alle rispettive vite, bensì rimanga del tutto estranea alla quotidianità.

È un modo di dire “Ti amo” senza le conseguenze di questa impegnativa dichiarazione? Chissà, forse è un ti amo particolare: si rinnova una volta al mese e in quel momento si prova l'ebrezza di vivere un sogno. Il sogno di un amore che sfugge continuamente, un amore desideroso di venire al mondo senza mai riuscirci vittima di una coazione a ripetere.

Ciò che colpisce è il fatto che la relazione erotica di un'ora sia sempre con la stessa persona, non c'è dunque promiscuità ma una ricerca della sicurezza, anche nella trasgressione, per essere fedeli ai propri tradimenti.

Maria Giovanna Farina

sabato 19 febbraio 2022

L'amore al buio


 Amore giunge anche se non siamo pronti ad accoglierlo. Nonostante la sua origine divina, Amore sembra brancolare nel buio mentre gli esseri umani, tanti esseri umani, lamentano di non trovare l'amore a partire da quello di coppia. Platone, primo filosofo della filosofia occidentale ad indagare l'amore e a comprenderne la vera natura, ci riferisce nel celebre dialogo Simposio una frase del filosofo Parmenide per cui il primo pensiero della origini fu Eros, cioè Amore. Una dea gli consegnò il valore generativo, quello di muovere l'universo, argomento ripreso anche dal sommo Dante quando nella Divina Commedia scrisse: “l'amor che move il sole e l'altre stelle”. Le situazioni nei diversi campi della nostra vita ci comunicano, ahimè, l'assenza di Amore. La politica ha perso lo slancio delle origini, quello di essere azione per il solo fine di una buona e ben organizzata vita sociale; la burocrazia ci ricorda che non siamo esseri umani da ascoltare e comprendere, ma numeri; molte grandi idee nate dalla passione dovrebbero trovare chi le appoggia e invece sono troppo spesso ignorate....gli amici a volte non sono leali e quante altre relazioni purtroppo ci deludono e ci feriscono. Ma è sufficiente tutto questo per far perdere la fiducia nella forza più potente dell'Universo? C'è qualcosa nella nostra società che cerca di prendere il posto di Amore ed è il Potere, basti osservare i continui femminicidi dove per ancora troppi maschi la donna è una proprietà e non una persona libera. L'amore è invece libertà, ce lo ha detto sempre Platone descrivendo Eros come un putto con le ali, un semidio sempre spinto dal bisogno di amare, ma libero di volare e quindi di scegliere. Amore non può convivere col potere. Questo è un importante aspetto da mostrare ai giovani in un momento come quello attuale dove a causa del virus i primi approcci adolescenziali sembrano essere stati fortemente penalizzati, del resto lo sono stati anche con L'AIDS di cui non si parla quasi più. I giovani però amano il rischio e non li ferma alcun virus, mentre la mancanza di conoscenza dell'amore li rende aridi. Se da un lato si possono vivere esperienze sessuali senza amore, dall'altro non si può sostituire Amore con il puro esercizio della sessualità. Per l'ennesima volta Platone ci avverte della differenza tra possesso di un corpo e sesso vissuto con amore, quest'ultimo permette di sperimentare una parte di quel sentimento universale ed eterno che ci eleva facendoci toccare, a qualsiasi età, il “divino”. Nella nostra società contemporanea si sta dando però eccessivo spazio all'aspetto sessuale dell'individuo. Il dibattito, o per meglio dire il focus, si impernia sul sesso e sulle sue numerose e possibili applicazioni. Le testimonianze, numerose, non parlano, o lo fanno pochissimo, di Amore. Se la libertà sessuale è sacrosanta, dimenticare Amore significa scordare la nostra origine non solo come umanità ma come individui nati da un atto d'amore. Di solito i bambini, anche quelli adottati, nascono da due persone che in quel momento stanno celebrando concretamente il sentimento per antonomasia. 

Venendo a San Valentino, la Festa degli innamorati, credo debba diventare occasione speciale per ricordare l'importanza dell'innamoramento e di cosa esso sia davvero: un rapimento estatico, la possibilità di entrare in una dimensione gioiosa e capace di far superare ogni difficoltà, una potente carica di vita che la freccia del putto alato (Eros) inietta anche se non si è pronti ad accoglierlo. Egli ci chiama e noi rispondiamo liberi e felici di dire sì, eppure spesso si risponde no. Forse è il timore che lo fa tenere lontano? Se c'è qualcosa che deve far paura è la solitudine dei sentimenti, la chiusura del cuore, la povertà delle relazioni. Dopo l'innamoramento, nei casi più fortunati, giunge l'Amore che ci fa sentire vivi e in buona compagnia, certo può anche far patire ma se abbiamo vissuto fin dalla più tenera età l'esperienza di amare riusciamo a superare anche la sofferenza. L’Amore è “qualcosa di noi che si sta facendo dono”, è donarsi all’altro, che in quello di coppia diventa dono reciproco nel desiderare solo il bene del partner. Una missione ci attende: conoscere le vere caratteristiche dell’amore per mostrarlo, dimostrarlo e viverlo nella relazione con gli altri siano essi il nostro innamorato, un figlio, un amico o un’idea. Magari partendo da una canzone che in negli ultimi mesi ascolto spesso alla radio: “Cos'è la vita senza l'amore? È come un albero che foglie non ha più” canta Mario Venuti nella riedizione di Ma che freddo fa, brano di successo del '69 di Nada.



Maria Giovanna Farina (Il Mattino di Foggia, 14 febbraio 2022)