Non
esiste alcuna certezza di essere un giorno ricambiati, ma ora lui ci
ha prepararti alla pazienza. La canzone narra di un innamorato
disposto ad attendere “Magari
toccasse a me, ho esperienze e capacità, trasformista per
vocazione: per non morire, che non si fa... Puoi fidarti a
lasciarmi il cuore nessun dolore lo sfiorirà…” queste
sue parole descrivono in pochi versi il canto di dolore di un
innamorato che vuole essere ricambiato. “Magari
toccasse a me un po' di quella felicità... magari. Saprò
aspettare te domani, e poi domani, e poi... domani”, la
sua lunga attesa diventa la nostra e in un connubio di emozioni
comuni percepiamo il beneficio della condivisione. E poi nasce
la consapevolezza che Non
c’è nulla che mi spaventi tranne competere
con l’amore: il
nostro unico contendente è l’amore stesso, siamo impotenti di
fronte alla forza cosmica di Eros. La canzone si chiude con una
domanda ripetuta: “Mi
ami”?
E una risposta, data a se stesso, nell’attesa titubante di uno
struggente: “Magari!”.
Le lacrime scendono, il nostro animo è ripulito, abbiamo offerto una
preghiera sacrificale all’altare del dio alato: chi ama non vuole
smettere di sperare, ma allo stesso tempo non può farlo per sempre:
Renato, con il suo messaggio catartico ci costringe a fare luce
dentro di noi, è come se ci invitasse a non cullare un eterno sogno
irrealizzabile.
Maria
Giovanna Farina
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