domenica 21 settembre 2014

Non credo più all'amore

Non credo più all'amore! E tu ci credi?

Immagine tratta da www.grafiksmania.com

Questa è una tra le domande, ahimè, più “gettonate” che mi arrivano un po' da tutte le parti alla quale desidero dare la mia risposta.
Cosa vuol dire credere? Vocabolario alla mano, credere significa dare credito, di conseguenza avere fiducia in qualcuno o in qualche cosa. Chi è sfiduciato ha subito una disillusione e non crede più nell'amore e (nella) nelle persone con le quali ha vissuto una relazione. Direi che il verbo credere debba essere cancellato, senza più aspettare un attimo, dal vocabolario amoroso. Credere vuol dire esser sicuri di qualcosa, chi crede in Dio è certo che Egli esista. Ma come si fa a credere in qualcosa che per esistere ha bisogno di libertà? Non a caso Eros, il dio greco dell'amore, è munito di ali e svolazzando qua e là lancia frecce portatitici di innamoramenti. Con ciò voglio dire che l'amore per sua natura non può essere imbrigliato “nell'eterno” e le nostre delusioni nascono dal fatto che vorremmo lo sia. Se il partner ci confessa di considerarci l'amore più grande che abbia mai incontrato è senz'altro vero, il problema è spesso nostro che in questa dichiarazione leggiamo le due parole “Per sempre”. È la condizione mentale descritta ad ingannarci, il nostro preconcetto dell'eterno amore ci conduce lontani dall'attimo che stiamo vivendo. Se invece ci avvicinassimo all'amore nel rispetto e nella sincerità, ma senza pensare troppo al domani, potremmo costruire un rapporto piacevole e se poi durerà: tanto meglio. A quel punto, quando avremo in mano delle prove che è un amore con le caratteristiche della durata, dovremmo impegnarci tutti e due per mantenerlo giovane, fresco, appassionato, eroticamente attivo, sentimentalmente solido... certo il “Per sempre” sa metterci al riparo dalla paura della perdita, ma è proprio questo preconcetto a condurci in una posizione interiore non adatta all'amore. Non voglio dirvi che l'amore deve essere effimero, tutti noi vogliamo amare ed essere amati, ma ricordiamo che serrature, sbarre, lucchetti...non confanno all'Amore.


Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

© Riproduzione riservata

mercoledì 17 settembre 2014

L'amore mancato

Come si fa a "riempire" il vuoto se il ti amo ci è stato negato nell'infanzia?




Questa è la domanda semplice, precisa e lapidaria che è giunta al blog dell'amore. Rispondere con altrettanta sintesi è molto complicato, ma proverò a dare un suggerimento praticabile come sono solita fare. La prima cosa da non fare è riempire quel vuoto con un innamorato o un'innamorata: quel vuoto è incolmabile, ciò che nell'infanzia ci è stato negato non potrà ridarcelo nessuno. Solo una presa di coscienza lucida e davvero percepita nel profondo di noi, ci può far compiere il primo passo. Quando da bambini non ci hanno amato, o non sono stati capaci di trasmetterci l'amore che ci era dovuto, diventiamo adulti con carenze affettive e per superare il nostro vuoto abbiamo bisogno, piano piano, di imparare ad accettare questa realtà; possiamo tentare di farlo, nei casi meno gravi, anche da soli cercando di scoprire il perché del non amore. Se è vero che dobbiamo “perdonare” chi non ha saputo amarci, allo stesso tempo proponiamoci di smettere di desiderare la mancanza. Liberiamoci dal marchio del non amore. Come ho già più volte ripetuto, l'amore prevede una buona dose di libertà, anche la libertà dalla schiavitù di un amore a tutti i costi. So che non è semplice da realizzare, ma solo se ci sapremo riscattare dal bisogno potremo riuscire ad amare qualcuno davvero e non desiderarlo come un sostituto, come un oggetto da cui dipendere per riempire il vuoto. Il vuoto si riempe con un amore libero che sa essere scambio, confronto e simmetria.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

© Riproduzione riservata