sabato 11 marzo 2017

Siamo ai ferri corti


Quando le parole nascondono la violenza




Siamo ai ferri corti” è un modo di dire che si perde nel passato e si riferisce alla lotta, al duello: quando le armi lunghe non hanno più efficienza si passa ai coltelli e ai pugnali con la certezza di concludere la faccenda. Di far fuori il nemico. È vero, oggi pronunciando questa frase intendiamo solo dire che siamo in cammino verso la fine di un rapporto, ma purtroppo senza riflettere ci serviamo di un gergo molto violento che si riferisce al sangue e alla morte. Usiamo questo modo di dire per tutti i rapporti, ma nella maggior parte dei casi per una relazione sentimentale. Quante volte l'ho udito, quel Siamo ai ferri corti per intendere che quei due, quella coppia lì, è alla fine di un'amore. Si detestano, litigano, si rinfacciano il passato... per fortuna spesso finisce tutto con le carte bollate ed un avvocato divorzista che decreta la fine dell'unione. Il linguaggio, come veicolo e rappresentativo culturale di un popolo ha un'importanza considerevole, dice chi siamo, da dove veniamo, quale educazione abbiamo ricevuto. Ma il linguaggio è costituito anche da consuetudini, da modi di dire che ci trasciniamo senza pensare al loro vero significato. Essere ai ferri corti è un modo di dire violento che diffonde la violenza come modalità relazionale e per questa ragione dobbiamo eliminarlo dal nostro patrimonio espressivo verbale. Le parole aiutano nel lavoro deleterio di anestetizzare, di rendere insensibili ai gesti peggiori: per questa ragione cestinare è la parola d'ordine. Per non cedere nemmeno col pensiero a parole sanguinarie modi di dire come Siamo ai ferri corti” devo cadere nell'oblio.


Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata