Sai ammettere i tuoi errori?
immagine tratta da Deabiday,tv |
Ammettere
i propri errori, quanti di noi lo sanno fare? Eppure questo passaggio
è fondamentale nella vita di coppia. Ci sono casi in cui purtroppo
la storia d'amore si consuma a causa di un errore, quello di rimanere
ognuno nelle proprie convinzioni, ognuno sicuro di avere subito un
torto dall'altro: ci intestardiamo senza andare a fondo per osservare
che, forse, anche noi abbiamo una parte in causa. Mettiamo da parte
gli stereotipi, dimentichiamo alcune frasi come “Gli uomini sono
tutti uguali o le donne vogliono avere sempre ragione”. Siamo qui
con il partner ed anche se avesse delle similitudini con altri, non è
gli altri o le altre, ma solo la persona che amiamo. Per ammettere i
nostri errori bisogna fare un passo in più, dobbiamo trovare nel
nostro profondo una dote indispensabile: l'umiltà. Essa ci permette
di dire all'altro: “Ho sbagliato”. La reciprocità di questa
ammissione dà il via ad un nuovo corso della storia, possiamo
insieme liberarci dalle ruggini, dai bocconi amari ingoiati e
scoprire insieme se ancora ci amiamo. Credo ne valga la pena mettere
in atto un iter apparentemente laborioso e difficile se il risultato
sarà il rinnovamento del nostro amore. Esso ci porterà
gratificazione, gioia, rinnovata voglia di vivere. Non mi sembra
poco!
Non
vi dirò chi dei due deve fare il primo passo, sarà facilitato chi è
dotato di maggiore umiltà. Se volete mettere in discussione,
lavorare per ricostruire e riuscire nell'impresa non fermatevi a
pensare: “Vediamo se lo farà lui o se lo farà lei?”. Fatelo e
basta.
Maria
Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it
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RispondiEliminae dopo aver trovato l'umilta, bisogna mettere da parte l'orgoglio. Questo sentimento che "frega" molti .
RispondiEliminaSuperati tutti questi ostacoli si riuscirà a dire "ho sbagliato" ((?))
gina
Personalmente, l'esperimento l'ho fatto in più occasioni, basta!!!, è stato come mettere benzina sul fuoco, la discussione si è animata più di prima. Ritengo, che nell'animo femminile, sia insito un desiderio di rivalsa sull'uomo che appena può, riemerge e l'ho fà con tutta la sua impetuosità.
RispondiEliminaA quel punto, per quanto tu, sia umile e disponibile per ricreare una situazione di armonia, il tuo percorso individuale/mentale/spirituale ti fà capire, che hai commesso un'ulteriore errore.
Quindi, l'errore come stereotipo o imposizione o schema precostituito è quello di pensare che basta l'umiltà di una delle parti per ottenere un confronto costruttivo; No! Nel rapporto uomo/donna, ci vuole di più; l'ho sradicamento dell'immagine precostruita degli: "Gli uomini sono tutti uguali o le donne vogliono avere sempre ragione", fà parte del nostro "Essere", il cambiamento quindi è profondo è non è per tutti; quando questo avverrà, all'ora e solo all'ora, dire ho sbagliato, potrà portare al superamento degli ostacoli.
Certo riconoscere i propri errori, saper dire ho sbagliato, è caratteristica fondante della persona matura, uomo o donna che sia. Nel caso del rapporto di coppia, ma direi in tutti i rapporti a forte carica relazionale e affettiva, l'errore coinvolge entrambi i membri della relazione, In modo differente naturalmente. Allora bisogna anche sapersi interrogare su questo spazio grigio che ha generato l'errore, il trauma, a volte lo scacco. L'errore come rivelatore di disagio, di sofferenza, che, se affrontato con la necessaria maturità, di cui l'umiltà (lo stare con i piedi per terra è componente), può rigenerare la coppia o le persone e aprire nuove vie per errare fra gioie e dolori. E' sempre un cammino che si ricrea, che ci mette a dura prova, ma che ci può regalare il frutto proibiti della felicità. Angelo Guarnieri
RispondiEliminaForse la strada sarebbe ammettere i propri limiti... Nel momento in cui si chiede scusa a qualcuno per eventuali risultati di analisi personali...spesso di fronte c'è comunque un muro che non sa vedere i propri. Spogliatisi dall'orgoglio...vestiti di umiltà...il dialogo e il confronto..l'ascolto reciproco...troppo spesso difficile...
RispondiEliminaGrazie per i vostri commenti. Penso che c si interroga veramente sa essere umile in quanto sa che, interrogandosi, troverà i propri limiti, i propri bisogni e forse i propri errori. Proviamoci con costanza.
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