L’amore
e il tradimento
di
Domenico Bumbaca
Orchidea erotica, acrilico di Daniela Lorusso |
Sul tradimento si è
scritto sin dalla notte dei tempi, segno evidente che c’è sempre
stato anche se nessuno lo tollera. Secondo il notissimo rapporto
Kinsey pubblicato nel 1940, pare che un marito su 2 comincia la sua
relazione adulterina prima dei 40 anni (quindi il 50%) mentre per le
donne la percentuale sarebbe del 26%.
L’esperienza del
tradimento e del lutto può svolgere una funzione trasformativa, se
riusciamo a elaborarne il vissuto.
Aldo
Carotenuto, Amare
tradire, 1991
Farà parte del
processo evolutivo? Potrebbe essere un ottimo spunto per uno studio
approfondito che lasciamo volentieri alla ricerca. Sembrerebbe
tuttavia che il tutto ebbe inizio con la scoperta che nella
riproduzione il ruolo del maschio era fondamentale. Com'è noto
l’uomo scoprì questa connessione tardissimo. Fino ad allora i
figli erano della madre e l’uomo non aveva nessun potere sui figli
della donna. Inoltre la gelosia non era ammessa perché non
funzionale alla pace e all'armonia della vita della caverna. La
donna poteva scegliere di concedersi ai piaceri con chiunque (idem
per l’uomo). Le cose cambiarono quando si scoprì che lo sperma era
determinante per la riproduzione, l’uomo acquistò nuovo potere
e reclamò il diritto di essere padre dei sui figli. Da allora il
tradimento non era più ammesso, perché andando con un altro uomo,
la donna rischiava di essere fecondata e questo avrebbe creato
squilibri nel clan di appartenenza.
Il tradimento
presuppone che ci sia stato, in primis, un avvicinamento
emotivo tra due soggetti che desiderano una relazione intima, e
possibilmente prolungata nel tempo. Oggi si pone maggiormente
l’attenzione sulla costruzione di legami stabili basati sul mutuo
sostegno, il rispetto e la comprensione. Dopo l’innamoramento lo
sconosciuto entra nel nostro spazio vitale più intimo; a volte ciò
crea l’illusione di conoscere la persona amata come noi stessi
dimenticando che a volte è già difficile conoscere bene se
stessi. Il fatto di provare una forte ’attrazione sessuale, crea
l’illusione di aver finalmente trovato ristoro alle proprie
ricerche. Ma, quante volte il desiderio sessuale è solo fine a se
stesso? Quante volte si confonde la gioia della passione per amore;
quante volte in realtà siamo mossi dal bisogno di dare sollievo alla
propria solitudine, oppure al desiderio di conquistare, o di
essere conquistati se non, al polo opposto a sentimenti di vendetta?
Insomma, il legame di coppia è uno dei legami più antichi
dell’umanità, così come pure il tradimento perché si ha
l’illusione della fusione completa e il patto che si stabilisce (ti
amerò per sempre …) spesso, molto, troppo spesso si rompe tradendo
così l’impegno preso.
Ma, se scoperti,
mentire, è utile? Proviamo a dare un ‘occhio’ a questo aspetto
da differenti prospettive (traditore e tradito) senza avere la
pretesta della esaustività.
Se una donna non
tradisce, è perché non le conviene.
Cesare
Pavese, Il
mestiere di vivere,
1935/50 (postumo 1952)
Colui che tradisce
mente perché vorrebbe ‘proteggere’ l’altro dai
particolari che inevitabilmente farebbero soffrire. Insomma si
appella al diritto di evitare inutili sofferenze. Ovviamente anche a
se stesso; la situazione è già così ‘carica’ che si preferisce
alleggerirla.
Il tradito invece pensa
ben altro. Intanto sul lato emozionale c’è rabbia, tristezza,
vergogna, impotenza, aggressività, autocommiserazione, calo della
stima, senso di disgusto, etc. Dai più viene viene vissuta come il
tentativo del partner di proteggere il terzo e quindi come volontà a
mantenere e prolungare lo stato di tradimento.
Come dicevo,
prospettive diverse.
La coppia e’ un
insieme di tre persone di cui una e’ temporaneamente assente.
(David Riondino)
Perché si
tradisce
Si tradisce perché
nella coppia c’è incomunicabilità (o noia?); ma anche per evitare
l’intimità (resistenze?) e allora si preferisce fare la guerra per
non sembrare vulnerabili; per colmare il vuoto esistenziale o
per recuperare ciò che si è perso in una relazione coniugale
fittizia, cioè creata senza grandi emozioni ma per uniformità
sociale. Senza dimenticare che potrebbe essere anche un modo (un po’
estremo) per richiamare l’attenzione sul fatto che qualcosa si è
rotto, forse non definitivamente. In questo caso, spesso
inconsciamente si lasciano tracce utili per far emergere il
tradimento. Un’altra forma di infedeltà è quella contro se
stessi, quando, anche se infelici, si preferisce restare forzatamente
in coppia si tradisce il patto con se stessi.
Secondo le statistiche
le donne tradiscono perché insoddisfatte dal matrimonio e perché si
innamorano cercando e trovando un coinvolgimento emotivo mentre gli
uomini al contrario, l’associano più al piacere e il tradire
spesso viaggia su due linee, spesso parallele: l’amore per la
moglie e il sesso con l’amante. In entrambe le situazioni si è
condannati a vivere parzialmente le singole situazioni venendo meno
al piacere della compiutezza, della relazione totalizzante.
Coloro che non sono
fedeli conoscono i piaceri dell’amore; coloro che sono fedeli ne
conoscono le tragedie. (Oscar Wilde)
Se ne esce?
Certo,
purché la coppia si ami ancora e lo desideri. Il percorso
terapeutico si basa sull'instaurazione di una comunicazione
autentica, l’unica in grado di chiarire cosa non funziona. Il
tradimento è doloroso ma potrebbe diventare una opportunità per
accogliere il cambiamento dell’altro come una sfida a modificarsi
profondamente e a mutare la relazione.
Francesco. Ho letto l'articolo, vi sono scritte idee condivisibili...ma una domanda resta insepolta: quale itinerario, quale sentiero la coppia decide di percorrere? Qual'è il significato che ambedue danno alle parole "amore, fedeltà, intimità, rispetto, dialogo, perdono, comunicazione..."? La fedeltà nasce da un cuore indiviso e da una scelta giornaliera...ogno giorno SCELGO di essere fedele, perchè sento che il mio essere, carne-psiche-spirito, è indiviso, cioè tutto per l'altro/l'altra. Aggiungerei, anche, che comunicare è più importante che dialogare...si può dialogare, ma non comunicare, mentre se si comunica, sicuramente si può entrare in dialogo. Attenzione ai giudizi "sepolti", ai piccoli giudizi, essi, se mai inesplorati (perchè nascono) e mai "confessati" all'altro, giorno dopo giorno saranno come piccoli o grandi mattoni che ordinatamente finiranno per erigere un muro ed all'improvviso ci si accorge che l'altro non c'è, che l'altro non dialoga...da qui la possibilità di cercare altrove ciò che non si trova nell'altro prossimo a me. Nel momento del tradimento? Non entro nel merrito...qui veramente ogni caso, ogni situazione è a sé...certo il perdono, il ricercare la verità e non la ragione, aiutati da un esterno, può indubbiamente giovare.
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