Di
cosa si tratta?
Una
vita fatta di relazioni on-line e di amicizie virtuali può condurre
in un baratro di solitudine. Sì, perché fin che sei connesso alla
rete vivi in un mondo popolato da mille stimoli colorati, sonori...
ma poi, spente le luci, ti ritrovi solo e la solitudine sentimentale
si pone in primo piano. Non sto demonizzando i media ma solo
focalizzando sul suo esclusivo uso per vivere con gli altri. Ma cosa
significa davvero essere soli? Non avere una vita interiore
soddisfacente perché si è privi di interessi personali, perché si
segue l'onda piuttosto che vivere la propria vita. Il mio
suggerimento è quindi di cercare l'equilibrio attraverso una vita
fatta di piccoli momenti piacevoli vissuti in solitudine per non aver
bisogno a tutti i costi di qualcuno. Allora se sarà solitudine, sarà
cercata e non imposta da una vita che non riusciamo a vivere nella
libertà di essere ciò che siamo. La vera solitudine affettiva è
non saper stare con se stessi.
Maria Giovanna Farina © Riproduzione riservata
Come non essere in accordo su quanto scritto, hai colto nel segno o meglio hai messo il dito nella piaga, spero vivamente sia di aiuto a chi spesso confonde la solitudine con la malinconia, lo stare insieme ad altri come la fonte di ogni bene. L'equilibrio, come suggerisci, è la cosa migliore.
RispondiEliminaExcelente Maria Giovanna. Gracias.
RispondiEliminaIn effetti i media ci aiutano solo in parte lasciandoci in balia di amicizie virtuali o pseudo tali che alla fine della giornata lasciano un vuoto, talvolta, incolmabile. Condivido il tuo pensiero... credo sia necessario ritagliarci degli spazi personali che ci aiutino a stare bene con noi stess* senza l'ausilio di surrogati!. Grazie, Maria Giovanna.
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