Una lettera d'amore per un addio
di Federica Ferretti
Io, mi ricordo di tutto.Sin dal primo istante che sei entrato nella mia vita.
Sin da quando ho capito che dopo, di te, io non sarei stata più la stessa, oltre al fatto che tutto, ai miei occhi sarebbe diventato secondario, dopo di te.
Dopo di te, l'amore che mi attraverserebbe, sarebbe pioggia d'aprile, mentre tu sei inverno e primavera insieme, morte e resurrezione, del corpo e dell'anima.
La mia anima incastrata nella tua, ormai nostra.
Io, mi ricordo di tutto e di molto altro ancora.
Della bellezza di attimi incantati, come di quelli che ci sono sfuggiti.
Mi ricordo di quando non ti ho detto che avrei voluto trattenerti, di quando ti ho messo in fuga.
Mi ricordo del giorno che ti ho visto tornare, ma io non ero ancora pronta a poterti riabbracciare.
Mi ricordo di ciascuna delle parole che mormora, da sola, la mia sciocca bocca, ora, ancora, di notte, ad occhi chiusi, ricordando la morbidezza delle tue labbra sulle mie, che sbocciava soavemente.
Ma ora, la pioggia inumidisce i miei soli capelli.
Le tue mani hanno smesso di riparami.
Le tue mani riposano sul tuo solo petto.
Io ti parlo, e tu hai improvvisamente smesso di ascoltarmi, di recepire i miei messaggi telepatici, attraverso il cielo.
In giro, le macchine mi sfrecciano dinanzi, e tu non sei da nessuna parte, tu non appari all’improvviso, più dietro quell’angolo blu, alla stessa ora, nel medesimo quartiere. Tu hai smesso di conficcare il tuo sguardo indagatore nelle tenebre della mia anima, ormai unica, ora, e come inebetita.
Chi mi difenderà da ciò che continuo a provare?
Dall’angoscia che mi tedia dopo aver smarrito la tua presenza alla mia destra?
Io mi ricordo di tutto questo, delle tue carezze che arrivavano sul volto, con il vento di marzo, che mi sembra così lontano quest’anno.
Allora, però, rincomincerò a volare, dopo essermi guardata per la prima volta allo specchio.
Allo specchio e poi, di nuovo, in giro, dove, in mezzo al sole, avrò incontrato finalmente i suoi occhi.
Ti lascio andare nell’aere di cui quel giorno, all’improvviso, quasi, sei voluto diventare parte infinitesimale, ti lascio vivere in mezzo ad ogni oggetto, respirare, attraversandolo, ogni cielo.
Ti lascio alla terra, che raccoglie le tue lacrime premature, lontano da me, ora per sempre. Ti lascio riposare dentro alle braccia del tuo infinito che non mi vuole ancora appartenere, nonostante glielo abbia chiesto, lo abbia ogni giorno, fino a ieri, implorato.
Il mio posto, è ancora qui, dentro ai suoi occhi che mi hanno scelto tra tutti gli altri occhi.
Mi lascio proteggere dalle sue profumatissime braccia spuntate nella luce della primavera.
Mi lascio accarezzare dalla forza delle sue parole, dalla sua pazienza, dalla sua folle gelosia così come dal silenzio che ci unisce, quando la sera, tu non vieni più a coricarti al mio fianco.
Riposa ora, antica ossessione, nella terra che ti avvolgerà in eterno.
Mentre io rinasco come erba d’amore nel prossimo marzo in cui ti lascerò per l’ultimo addio, specchiandomi dentro alla mia nuova vita.
Mi ricordo di quando non ti ho detto che avrei voluto trattenerti, di quando ti ho messo in fuga.
Mi ricordo del giorno che ti ho visto tornare, ma io non ero ancora pronta a poterti riabbracciare.
Mi ricordo di ciascuna delle parole che mormora, da sola, la mia sciocca bocca, ora, ancora, di notte, ad occhi chiusi, ricordando la morbidezza delle tue labbra sulle mie, che sbocciava soavemente.
Ma ora, la pioggia inumidisce i miei soli capelli.
Le tue mani hanno smesso di riparami.
Le tue mani riposano sul tuo solo petto.
Io ti parlo, e tu hai improvvisamente smesso di ascoltarmi, di recepire i miei messaggi telepatici, attraverso il cielo.
In giro, le macchine mi sfrecciano dinanzi, e tu non sei da nessuna parte, tu non appari all’improvviso, più dietro quell’angolo blu, alla stessa ora, nel medesimo quartiere. Tu hai smesso di conficcare il tuo sguardo indagatore nelle tenebre della mia anima, ormai unica, ora, e come inebetita.
Chi mi difenderà da ciò che continuo a provare?
Dall’angoscia che mi tedia dopo aver smarrito la tua presenza alla mia destra?
Io mi ricordo di tutto questo, delle tue carezze che arrivavano sul volto, con il vento di marzo, che mi sembra così lontano quest’anno.
Allora, però, rincomincerò a volare, dopo essermi guardata per la prima volta allo specchio.
Allo specchio e poi, di nuovo, in giro, dove, in mezzo al sole, avrò incontrato finalmente i suoi occhi.
Ti lascio andare nell’aere di cui quel giorno, all’improvviso, quasi, sei voluto diventare parte infinitesimale, ti lascio vivere in mezzo ad ogni oggetto, respirare, attraversandolo, ogni cielo.
Ti lascio alla terra, che raccoglie le tue lacrime premature, lontano da me, ora per sempre. Ti lascio riposare dentro alle braccia del tuo infinito che non mi vuole ancora appartenere, nonostante glielo abbia chiesto, lo abbia ogni giorno, fino a ieri, implorato.
Il mio posto, è ancora qui, dentro ai suoi occhi che mi hanno scelto tra tutti gli altri occhi.
Mi lascio proteggere dalle sue profumatissime braccia spuntate nella luce della primavera.
Mi lascio accarezzare dalla forza delle sue parole, dalla sua pazienza, dalla sua folle gelosia così come dal silenzio che ci unisce, quando la sera, tu non vieni più a coricarti al mio fianco.
Riposa ora, antica ossessione, nella terra che ti avvolgerà in eterno.
Mentre io rinasco come erba d’amore nel prossimo marzo in cui ti lascerò per l’ultimo addio, specchiandomi dentro alla mia nuova vita.
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molto bello...molto.
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