martedì 25 dicembre 2018

L'amore azzurro



L’amore di coppia diventa nostalgia quando la vita costringe alla solitudine e, seppur in una casa di riposo di lusso si trascorra agevolmente l’età in cui il rallentamento dell’esistenza è una consuetudine, il ricordo della vita di un tempo riconduce all’attività frenetica della giovinezza ed ora la sua terribile mancanza diventa insopportabile.
Il caso di Sandro, un anziano e malato signore obbligato a trascorrere gli ultimi anni seduto a causa di una paralisi alle gambe, diventa il simbolo del bisogno umano di amare. Anche se la salute cagionevole e l’età matura impediscono i movimenti del corpo, il cuore vive la sua continua giovinezza e desidera non smettere mai di battere per l’amore. Mi ha colpito il suo racconto, quello di un passato ricco di emozioni, di incontri, di lavoro appassionante e di un matrimonio felice. Poi la solitudine, il tormento di una senescenza buia aspettando la fine su una sedia a rotelle. Il desiderio di nuove esperienze conduce però Sandro a ripensare l’amore con grande intensità, a volere per sé una nuova occasione conscio di quanto sia però complicato ritornare a vivere fino in fondo. Nonostante l’obbligo di rimanere in casa di riposo – Perché devo riposarmi? - mi sussurra - qui sono parcheggiato in attesa dell’ultimo respiro e poi avrò tempo per riposare…
La caparbietà e un pizzico di fortuna hanno regalato a Sandro una bella vittoria sulla solitudine del cuore: proprio in quel luogo di “detenzione”, come lo ha sempre definito, ha incontrato la libertà di amare. Non gli ho chiesto se fosse innamorato, credo di averlo compreso dalla nuova luce nei suoi occhi sorta quando vicino alla sua poltrona è comparsa Rosalba. Durante l’ultimo incontro con il gruppo nella casa di riposo, lui mi ha dato, senza pronunciare alcuna parola, la bellissima notizia: Eros si è fermato per qualche minuto ed ha fatto il miracolo. Senza invadenza mi sono fatta raccontare come è nata la loro coppia, un caso certamente raro per la condizione di vita in cui il prodigio è venuto al mondo. Sandro, durante la giovinezza, sono certa sia stato un perfetto tombeur de femmes, l’ho compreso dallo stile con cui si rapporta al genere femminile e con Rosalba ha sfoderato una delle sue armi più consolidate dall'esperienza. Lei uno scricciolo, magrissima, raffinata e gentile lo ha avvicinato mossa da un profondo senso materno; colpita dal perenne broncio di Sandro, che ha un viso da buono e due occhietti vispi celati da occhiali con lenti fumé, gli ha rivolto la parola con un banale pretesto - Gioca sempre da solo a carte? – e lui – Così non devo parlare con nessuno - Una risposta che blocca ogni possibile replica, ma Rosalba non si scoraggia e – Sa giocare a scala quaranta? – risposta – È un gioco da signora –
Sandro è molto perspicace, sa lanciare l’esca come un abile pescatore e, conscio del suo successo con le donne, ha subito compreso, certe competenze non si perdono con l’età, che con Rosalba doveva comportarsi come un bambino capriccioso e indifeso, solo e bisognoso di attenzioni. Dal suo racconto emerge, come un galleggiante sul pelo dell’acqua, la furbizia con cui ha attratto a sé l’ingenua Rosalba, allo stesso tempo traspare dal suo essere un profondo rispetto per le donne e ciò me lo ha reso ancor più simpatico. Il suo giochetto della seduzione è solo una delle numerose “trappole” con cui gli uomini sanno catturare le donne. L’amore è sbocciato, questo solo conta, e il loro appassionato stare insieme vive e si nutre di baci e carezze che con l’immaginazione sanno essere molto di più. La vita di Sandro non scorrerà molto a lungo, ma il tempo che gli resta sarà ricco della pienezza che l’amore di coppia sa donare a qualsiasi età.

Maria Giovanna Farina




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