Quella sottile linea di
confine tra amore e odio
Contro il massacro del femminile, acrilico su tela di Flavio Lappo,
(produzione:
anni’80) - Il quadro rappresenta l’oggettivazione violenta del
femminile -
|
Come
sappiamo la linea di demarcazione tra amore e odio è molto sottile per il fatto
che entrambi i sentimenti convivono nelle nostre potenzialità affettive. Amare
è slancio positivo verso la creazione, odiare è l’opposto, è un sentire
distruttivo contro ciò che di bello c’era stato. Quando sento dire che laddove
c’è violenza non c’è mai stato amore, mi trovo in disaccordo. Giudicare le
passioni altrui è troppo complicato, il privato amare di un individuo può solo
essere valutato da lui stesso: chi lo può stabilire dal di fuori senza
incorrere in errore? Per contrastare il femminicidio, il massacro del
femminile, dobbiamo muoverci nell'ambito della ri-educazione sentimentale partendo
da basi culturali solide e chiare. Chi ha amato una donna, o crede di averla
amata, prova le emozioni che tutti conosciamo ed è convinto di ciò che sente.
Il suo problema è la gestione del rifiuto. In genere, quando un amore finisce,
si prova dolore, solitudine, mancamento, vuoto, e per superare questa
condizione non ci resta che percorrere le tappe di quella pratica definita da
Sigmund Freud “Elaborazione del lutto”. Consiste, in due parole, nell'accettare che la persona amata non c’è più perché ha deciso di lasciare il suo partner.
Chi è preda del maschilismo è convinto di possedere la donna e il suo
allontanamento lo vive come “Mi hanno rubato la moglie, la fidanzata…”. Se ti
rubano qualcosa agisci con brutalità arcaica per riprenderti il “mal tolto” e
di elaborare del lutto non ne puoi capire nemmeno il senso letterale. È qui che
deve interviene la cultura per liberare, depurare, la cattiva educazione dall'idea assurda della donna come oggetto di dominio maschile. Non è l’amore ad essere malato, ma lo è l’essere
umano violento da ri-educare: sembra una sottile differenza ma è una
profonda diversità teorica.
Maria
Giovanna Farina ©Riproduzione
riservata
Nessun commento:
Posta un commento