lunedì 10 giugno 2013

Più coccole meno sesso?

Prove di dialogo con se stessi: 
primo passo verso la ri-nascita

Come ho annunciato parte da oggi un nuovo corso del blog: spazio ai quesiti dei lettori. Nadia è la prima lettrice a cui rispondo, la tematica da lei proposta mi sembra adatta ad aprire l’argomento “amore e difficoltà relazionali”.



Questo nostro amore così complicato, a volte indifferente, altre stupendo e degno di essere vissuto, talvolta ci crea qualche complicazione più grande delle altre. Quante storie ci passano accanto, sopra, sotto e dentro l’anima senza poter ascoltarle veramente. Per non relegarle o classificarle come “casi”, è bene soffermarsi un attimo di più e leggerle, rileggerle e rileggerle ancora finché non se ne riesca a cogliere l’intima essenza. 
L’esperienza di Nadia quasi cinquantenne, è una tra quelle che mi sono giunte privatamente per chiedere quale fosse la strada più semplice da percorrere per farsi coccolare dal marito: sì, proprio le coccole sono in cima ai desideri di Nadia, il sesso non le manca. Non le risponderò: “È normale dopo anni di matrimonio che gli slanci affettivi diminuiscano”, non posso dare una risposta generica ad una domanda precisa, ma non conoscendo a fondo la storia di questa donna non è possibile neppure dare un suggerimento personalizzato. E poi il suggerimento deve essere utile a tutti.
Sapete qual è l’errore più diffuso che si commette? Ci si dimentica di ciò che siamo stati, si perde del tutto il ricordo dell’origine del nostro amore, di ciò che abbiamo provato all'inizio della storia. Allora iniziamo col fermarci a pensare, qualche minuto al giorno dobbiamo concederlo al nostro amore, e portiamo alla luce l’emozione delle prime volte, il sapore dolce dei primi baci…questo ci può dare una carica utile a generare un movimento nuovo che nuovo non è: è solo quella forza dimenticata. Complice nefasta della dimenticanza: l’abitudine. Al prossimo passo vedremo come proseguire il cammino, per ora c’è molto da riflettere.

Maria Giovanna Farina © Riproduzione vietata


8 commenti:

  1. È tutto vero quello che hai scritto. Ritengo che l'abitudine sia la reale morte di una coppia. Comunque,sappi, che per me,non è stata l'abitudine o la noia ad allontanarci, ma la gretta visione di una differenza di età(35). Fossi stato famoso... Lei, mi ama ancora, ma.......

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    1. Può essere. la tua ipotesi potrebbe essere vera, ma non farla diventare una certezza. Il vero amore va oltre gli schemi.

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  2. Esistono, secondo me, atti definibili primi che soggiacciono al criterio di necessità, nell'accezione filosofica del termine ed atti non definibili necessari, rispondenti maggiormente ad una sfera utilitaria , non da intendersi quest'ultima nell'accezione più miserrima. Se la scelta prima è stata fatta secondo Amore non c'è abitudine che tenga, altrimenti possono essere venuti meno gli elementi che avevano determinato la presunta empatia.

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  3. però che brutto! Dopo tanti anni al posto di far crescere la complicità nella coppia ci si impegna a perdere i pezzi per strada. E' vero dopo tanti anni o mancano le coccole o manca il sesso, una via di mezzo mai! Eppure basterebbe così poco, prima di tutto lasciare fuori dalla porta i problemi di lavoro, particolare che gli uomini non fanno quasi mai, anche noi donne però.... Una volta entrati in casa concentrarsi solo su quello che c'è dietro la porta. Concedersi degli svaghi comuni, una piccola gita, una cenetta romantica a casa o al ristorante, magari fuori dagli schemi...
    Iniziare dalle piccole cose e se il primo passo dobbiamo farlo noi, perchè no, può essere intrigante sia per noi stesse che per loro.
    Se è solo passato il tempo ma l'amore c'è ancora risvegliare un pò del desiderio e del romanticismo perduto si può, basta un pò d'impegno reciproco.

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  4. Credo che oltre a dimenticarsi di ciò che si è stati, si dimentica di ascoltare l'interiorità dell'altro. L'interiorità non è fissità negli anni si modifica in entrambi... I cambiamenti spesso non sono nemmeno presi in considerazioni pensando/affermando CONOSCO LA PERSONA CHE MI STA ACCANTO.. E' guardare dentro gli occhi dell'altro per tentare di vedere corrispondendo che dovrebbe avere il senso primario sin dall'inizio... L'abitudine si sa è covo di pigrizia e resa, la fissità è limite nello sguardo. Silvia Calzolari

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