Mi piace tornare nella parte di cielo dove ti sei perso.
(Dove ti sei perso?)
Mi chiedo ancora dove tu possa essere impigliato, oltre quale rete metallica osservi i miei occhi arrugginiti dalla polvere di lacrime secche.
Lubrifico la vita, pensando a quanti liquidi dolci ci siamo scambiati sul palcoscenico di una passione ballerina. Danzavamo formando una coreografia di ombre cinesi un boccascena perfetto per la fusione:
corpi e sudore.
L'ultima notte e anche la prima, tampona la fronte timbrando ogni immagine. La sequenza bollente di noi arrotolati nella seta della tua pelle madida dai tratti lenti, segnati da una lingua in cerca di piacere, le braccia tese premevano i miei fianchi umidi riducendo sempre più la distanza delle nostre figure ondeggianti.
Scontravo forte le mie labbra lasciandole scolpire tagli dal sapore intenso e alcolico del Martini appena sorseggiato
dalle quali
sbocciavano parole calde
vogliose
sussurrate lente
quasi soffiate dentro
i miei occhi blu che incendiavano l'anima vibrante
delle tue fantasie
davanti il mio corpo semi nudo
il seno prendeva forma attirando la durezza dei tuoi movimenti.
Piccole riprese a scambi di ossigeno e saliva.
In attesa di te.
E ti attendo nelle notti di luna piena, quando il bianco scalda più di una soleggiata marittima.
Sulla riva del cielo.
Tua F."
Katyg
Katyg è una blogger, tratta il tema della disabilità e si occupa di pittura katyg.altervista.org