domenica 20 aprile 2014

Ti amo da morire

Uno degli articoli più letti pubblicato nel blog 
nell'ottobre del 2012, ve lo ripropongo!


Ti amo da morire: chi dei due deve morire?

Gocce d'amore, disegno di Flavio Lappo


Ti amo da morire”. Quando chi ti ama pronuncia questa frase la prima cosa da chiedersi è: chi dei due deve morire lei/lui o noi? Se morir d'amore è uno spasmo che tende alla vita sognata e agognata, tutto va bene, ma se significa soccombere alla follia dell'altro, allora non è amore. Per conoscere l'amore e distinguerlo dal non amore è bene tornare alle origini, fare quattro passi dalle parti di Socrate per conoscere, nel Simposio, il racconto della nascita di Eros.
Nella mitologia greca Eros è figlio di Povertà ed Espediente, come la madre è mancante di qualcosa, ma come il padre se la cava in ogni circostanza avversa: non è proprio così l'amore? E poi Eros è scalzo, non teme il freddo e le asperità...l'amore vero sa affrontare ogni ostacolo pur di colmare la mancanza dell'altro, quell'altro che amiamo. Siamo disposti a questo? Se la risposta è affermativa, allora amiamo e il ti amo da morire altro non è se non quel sottile confine tra la vita e la morte, che il grande amore avverte ogni volta che l'amato si allontana per poi riavvicinarsi: con il corpo e con la mente.
Ma se il ti amo da morire significa ti amo al punto da distruggere il tuo equilibrio e per farti diventare uno strumento dei miei voleri fino ad ucciderti se non corrispondi più a ciò che mi aspetto da te: allora no, non è amore ma egoismo che sa di morte.
Nella frase ti amo da morire troviamo anche le due grandi pulsioni freudiane di Amore e Morte che avrebbero il compito di dare equilibrio al mondo e al singolo individuo, nella loro eterna lotta per strapparsi il primato a vicenda. Non è quello che ci accade quando l'oggetto d'amore è così desiderabile da volerlo inglobare? Quel ti mangerei detto con passione è un'influenza dell'istinto di morte che vuole prendere il sopravvento, senza mettere in atto il proposito. Ma qui, a parte casi patologici, è solo il voler possedere l'innamorato senza giungere alla sua distruzione che ci priverebbe della sua presenza.
Amor ca nulla amato amar perdona, l'amore non consente a chi è amato di non riamare, sono le parole che Dante fa pronunciare, nel VI canto dell'Inferno, a Francesca da Rimini follemente innamorata, e ricambiata, del cognato Paolo. Come se il grande amore per qualcuno fosse sufficiente per essere corrisposti. Questa idea ci riporta ad un ti amo da morire pericoloso se si insinua in un animo predisposto alla sottomissione dell'altro.
C'è anche il caso in cui il ti amo da morire si riferisce a noi stessi avvinti da un amore così potente da renderci disponibili all'annullamento per fonderci in un noi-come-coppia. Questo genere di ti amo da morire non ha nulla di egoistico, ma al contrario è una manifestazione potente di chi darebbe la vita per l'altro o quantomeno di chi avverte in alcuni momenti di estasi il desiderio di farlo.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it
© Riproduzione riservata

4 commenti:

  1. Trovo questo articolo molto particolare perchè ha uno stile lieve e ironico pur nella serietà degli argomenti trattati. Il "ti amo da morire" a me, oggi, quasi quarantenne e quindi non più adolescente da un pezzo, è una frase che mi lascia perplessa proprio perchè mi evoca quel desiderio di annullamento che forse non è poi così sano. 1+1 fa sempre 2 e non 1; la fusione può essere l'estasi di un momento e allora la frase "ti amo da morire" (morire io e te insieme) lì assume un senso. Ma se abusata mi dà da pensare. I confini tra le persone vanno mantenuti, anche all'interno della coppia. Poi, situazioni estreme, come lo stalking, ne sono la degenerazione; però la più frequente incapacità di accettare l'altro in quanto "altro da me" è qualcosa che distrugge l'amore, piuttosto che alimentarlo.
    Eleonora C.

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  2. Ho letto l'articolo... mi piace quando fai riferimento alla
    mitologia... adoro qs "favole" che contengono tanta saggezza che
    dura nei secoli e che dovremmo più spesso rileggere... partendo proprio
    dai nomi scelti per i protagonisti... nulla è mai lasciato al caso..

    Inviato per mail da Silvia Botti

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  3. Sono d’accordo con Eleonora sul fatto che questo articolo sia ironico e non avevo mia riflettuto su questa frase dell’Inferno, insomma non la pensavo pericolosa. Forse sono troppo romantica? Renata

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  4. Mi fa piacere che abbiate trovato ironico il mio scritto, non avevo considerato questo aspetto.
    Nell'episodio famoso dell’Inferno che cito intravedo proprio il seme dello stalking perché non è matematico che se ami sei riamato: di qui ad obbligare qualcuno il passo non è troppo lungo. La mitologia come accenna Silvia è bella credo perché è alle nostre origini e in essa vediamo qualcosa di antico che ci appartiene. Ed infine a Renata dico che ad una prima lettura l’idea espressa dal Poeta può apparire romantica, ma se riflettiamo troviamo qualcosa di potenzialmente pericoloso. MGF

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