domenica 26 ottobre 2014

Nessuno mi ama


Non smettiamo di cercare Amore...


Rispondo a Roberta e a chi mi ha fatto questa domanda più volte: "Perché nessuno mi ama?" Il discorso è lungo e richiederebbe una conoscenza approfondita del singolo caso, ecco quindi una riflessione che può essere il punto di partenza per una ricerca individuale. Ognuno può partire dalla propria esperienza.

Amor che a nullo amato amar perdona” così parla Francesca da Rimini nel celebre discorso del V canto dell’Inferno di Dante. “L’amore fa sì che chi è amato a sua volta riami”, ma c’è sempre reciprocità in campo amoroso? Pensiamo a quanto tempo hanno perduto uomini e donne nell’attesa speranzosa che la persona oggetto del loro amore ricambiasse lo stesso sentimento. Certe attese consumano l’anima (e il corpo). L’amore non ha quindi in sé capacità curativa, siamo solo noi a poter incanalare questa forza vitale e scegliere di non sprecarla in situazioni che non la meritano. Pensiamo a tutti quei legami che stanno in piedi grazie al sacrificio di uno solo dei partner. L’amore è una potente forza vitale, lo aveva compreso già Platone (428-348 a.C.), ma quando lo si lascia operare attraverso la pura illusione può diventare una forza distruttiva fino ai casi estremi in cui diventa forza omicida. Non dobbiamo sprecare la sacralità dell’amore altrimenti tutti i lati eccezionali della passione amorosa, come ad esempio l’esplodere della creatività, si annullano tristemente. Può sembrare banale ma non smettiamo di cercare: troveremo sicuramente qualcuno che ci ama.

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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martedì 21 ottobre 2014

I lucchetti e l’amore


Amore e serrature


Immagine da si24.it



I ponti presi d’assalto dai lucchetti dell’amore: un’usanza che all’inizio mi ha fatto sorridere pensando all’amore adolescenziale. Poi con il tempo mi sono interrogata, la filosofia mi “impone” di farlo. Ma che amore sarà quello che ci ordina di amarci per sempre con l’obbligo di farlo! Ora l’abitudine è arrivata fino a Bagdad…che meraviglia! Chi mette il lucchetto butta via la chiave, quindi simbolicamente non lascia possibilità a se stesso e neppure all’altro di ripensare la relazione. Questa azione rema contro la libertà e favorisce il prosperare della mentalità stereotipata del “Sei mia/mio per sempre anche se non lo vuoi più”.

Non mi dilungo con questa riflessione, il mio desiderio è solo lanciare lo spunto e concludere con un suggerimento: se proprio volete mettere un lucchetto al vostro amore ricordate che non sarà una serratura a conservarlo e, se proprio volete sto benedetto lucchetto, non commettete la follia di buttare la chiave….!

Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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domenica 12 ottobre 2014

Quando lui ama i tuoi soldi

Amore  e denaro
immagine tratta da torange-it.com

Siamo su un altro pianeta che non si chiama amore, ma interesse. Con la crisi economica aumentano i cacciatori di dote, o per meglio dire di quattrini da sottrarre ad illuse signore. Mi sono arrivate più d’una lettera con questo triste contenuto: uomini che cercano non un amore, ma il denaro da spendere. Certamente questo accade anche nell'altro sesso: ci sono anche donne cacciatrici di dote, non è una novità. Ma non è questo il caso che mi è stato segnalato in più occasioni. Quanto è facile cadere in certe reti, quanto è facile credere all'apparenza quando si è fragili e alla ricerca di un equilibrio interiore, di una gratificazione sentimentale magari dopo una brutta delusione. Si diventa facili prede non solo di Don Giovanni, ma di volgari predatori capaci di raccontare un bella favola. La favola dell’amore che lui stava cercando e finalmente ha trovato, ma è una menzogna difficile da affrontare quando ci si accorge della trappola dove si è caduti. Una volta cascate in un simile tranello si finge che non sia vero e si trovano scuse per giustificare il comportamento spregiudicato di lui. Si può immaginare con facilità quanto sia pesante accettare di essere oggetto di interesse solo economico, quindi è meglio negare l’evidenza. Come sappiamo, anche in altri casi della vita, negare la verità conduce in un baratro sempre più profondo, allo stesso tempo come si fa a trovare la forza di reagire ad una situazione così contraria alla buona considerazione di sé? Per prima cosa ricordiamo una semplice regola: meglio soli che male accompagnati. Odo già la risposta: ma se mi sento sola, è logico che cerco compagni. Invece, non è logico, non è sano, non è ciò di cui si ha bisogno. La prima regola della buona vita è imparare a stare bene da soli: quando si sta bene con se stessi non si accetta un uomo qualunque, non si chiudono gli occhi di fronte a certi comportamenti ambigui di lui, non si crede più alle favole. È fondamentale raggiungere un buon equilibrio, solo così si è pronti ad incontrare una persona degna della nostra fiducia. Non ci sono altri suggerimenti utili se non promuovere l’indipendenza fin dalla più tenera età e poi lavorare per farla crescere.


Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

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